Recensione Murderbot di Martha Wells

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Copertina italiana di Murderbot di Martha Wells

Dati e trama

Nel 2020 è stato pubblicato da Mondadori il libro “Murderbot“, un insieme di quattro libri scritti da Martha Wells dal 2017.

Chi è Murderbot? Un cyborg, una SecUnit per la sicurezza, con un brutto incidente nel suo passato e problemi per i suoi clienti nel presente. Questi quattro libri formano un intero racconto, in cui verranno affidati dei clienti a Murderbot e lei dovrà non solo salvarli da morte certa, ma anche aiutarli a trovare prove schiaccianti per sottrarsi alla mira di un antagonista assente e presente al tempo stesso. In tutto questo viaggio, Murderbot, il cyborg più asociale e scocciato dell’intera galassia, scoprirà cosa le è accaduto veramente nel passato e pian piano comincerà a capire chi vuole essere davvero.

Cosa ne penso

Questo romanzo si basa principalmente su un ambientazione di tipo fantascientifico, soprattutto su spazio e robot.
Mi aveva attirato molto l’idea di un costrutto che preferisce vedersi le sue serie tv in santa pace anziché badare a umani. Sembrava divertente… e lo è stato!
È sicuramente una storia piena di cinismo e ironia, ma è anche colma di azione e suspense.

La storia è narrata in prima persona daa Murderbot e quindi non riporta in maniera perfetta e dettagliata la descrizione di paesaggi e persone, il lettore passa più tempo giustamente a leggere i pensieri del protagonista. Il problema è proprio questo però, che non essendo descritto bene ciò che circonda Murderbot, il lettore fatica ad immaginarsi le scene, soprattutto i paesaggi alieni o gli edifici (alberghi, stazioni, ecc.), che magari avrebbero potuto essere interessanti visto che questo romanzo è di tipo fantascientifico.

I primi due libri raccolti nel volume, mi sono piaciuti un pochino meno degli altri, perché presentavano ben poche descrizioni e Murderbot ripeteva un po’ troppo spesso la sua ossessione per le serie tv, ma soprattutto perché la storia finiva sempre in modo troppo affrettato e sintetico. Questi punti sono stati migliorati notevolmente nei due libri successivi, sempre raccolti in questa edizione Mondadori.

Credo che appunto la parte più interessante sia stata proprio quella di entrare nella mente di un costrutto perlopiù artificiale e di seguirne i suoi ragionamenti e le sue ansie.

Il fatto che guardi in continuazione le stesse puntate della stessa serie, sono un atteggiamento spesso messo in atto da persone che soffrono d’ansia, perché appunto guardano qualcosa che gli piace e di cui sanno già a memoria cosa accade, e che quindi non riserva loro sorprese improvvise e che potrebbero anche non essere gradite. Questo atteggiamento ansioso è stato reso alla perfezione in Murderbot.

L’asocialità che fa parte di lei è invece perché sa di essere diversa dai suoi simili e dagli esseri umani. Mi è piaciuto tantissimo il fatto che Murderbot non cerchi di essere umana, anzi è una cosa che odia, ciò che vuole è essere se stessa, non un umano nè un robot, un individuo pensante a sé, con i suoi interessi e le sue scelte.

Molto bello é stato inoltre sottolineare che Murderbot è senza genere e che alcuni personaggi umani sono non binary. È stato bello anche il fatto che la Mondadori abbia usato la ə (e sceva) per indicarli. Essendo io stesso non binary mi è davvero piaciuto trovare una rappresentanza così forte in un libro, accompagnata anche da una grammatica giustamente senza genere.

Personaggi

I personaggi come già detto sopra sono poco descritti, anche se un po’ di più rispetto ai paesaggi. Alcuni di questi hanno caratteristiche più memorabili rispetto ad altri, ma di solito sono quei due o tre per libro.

Murderbot è il protagonista ed è molto interessante. Durante il racconto, acquisisce sempre più personalità e sempre più ironia. La cosa più divertente è stato leggere le sue annotazioni e i suoi giudizi su altri personaggi. Come descrizione fisica abbiamo ben poco, ma a livello psicologico è tutt’altra cosa.

Molti dei personaggi presenti sono femminili e non sono affatto stereotipati. In particolare mi sono piaciute Mensah e Abene, due donne diverse ma in un certo senso materne e decise.

Considerazioni generali

Come conclusione, direi che questo romanzo è senz’altro una lettura che tiene col fiato sospeso e che fa molto molto ridere. È una lettura adatta a tutti, anche a chi non ha un gran feeling con la fantascienza. Sicuramente è interessante perché tratta di un costrutto che, a contrario della maggior parte della letteratura sci-fi, non vuole diventare umano, ma vuole soltanto essere libero ed essere se stesso
Se siete pronti a seguire Murderbot nei suoi viaggi e nelle sue battaglie, leggete questo romanzo!

Voto finale: 3.5/5 ★★★½✰

Innovatività: 3/5 ★★★✰✰

Livello di violenza: 3/5 ★★★✰✰

Facilità di lettura: 3/5 ★★★✰✰

Scorrevolezza: 4/5 ★★★★✰

Consigliato da: 14 anni in su

Una mia illustrazione ispirata a Murderbot di Martha Wells

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