Recensione Il libro dei tre di Lloyd Alexander

Video recensione

Copertina originale italiana de “Il libro dei tre” di Lloyd Alexander

Dati e trama

Nel 1964, lo scrittore Lloyd Alexander, pubblicò in lingua inglese il libro “The book of three”, il primo volume di una saga di cinque libri, intitolata “Le cronache di Prydain“. Questo libro arriverà in Italia nel 1993 e sarà pubblicato da Salani editore con il titolo “Il libro dei tre“.

Il protagonista di questo romanzo è il giovane Taran, un aiutante porcaro che sogna di essere un eroe. Vive a Caer Dallben insieme a un mago e a un fabbro di nome Coll, e proprio da quest’ultimo riceve l’incarico di prendersi cura di Hen Wen, una scrofa veggente, o perlomeno è quello che raccontano a Taran visto che lui non l’ha mai vista profetizzare.

L’incarico si trasformerà ben presto in un qualcosa di molto serio, perché un misterioso guerriero dal nome Il re dalle Lunghe Corna, si interesserà ad impadronirsi della scrofa, la quale, avvertendo il pericolo scappa da Caer Dallben. Taran le correrà dietro e inizierà un’avventura per ritrovarla. Durante il viaggio incontrerà alcuni individui che lo aiuteranno nell’impresa, ma saranno abbastanza forti per combattere Il re dalle Lunghe Corna?

Cosa ne penso

Tutta la saga è basata su un particolare testo mitologico, che racchiude annotazioni storiche e leggende gallesi, sto parlando del Mabinogion. È una scelta particolare ed è ben usata nel libro.

Come avrete forse notato dalla trama, questo libro somiglia davvero tanto al film Disney del 1985 “Taron e la pentola magica” (The black cauldron)… e questo perché il film è liberamente ispirato ai primi due libri delle Cronache di Prydain. Ammetto che l’adattamento Disney non mi è piaciuto quasi per nulla, ma il libro è stato molto più interessante, quindi vi chiedo di dargli una chance anche se il film non vi è piaciuto!

Molti hanno ritrovato diverse somiglianze con il libro “Il signore degli anelli” di Tolkien ed in effetti ci sono alcune similarità, ma non sono poi così forti. C’è l’utilizzo di una mitologia simile, una quest, un gruppo di avventurieri che aumenta durante il viaggio, un re che non sembra un re (mi ha ricordato Aragorn), uno gnomo fulvo dalla testa calda e un protagonista che non è un eroe e fa un sacco di disastri (forse ricollegabile a Frodo?). Ci sono altri elementi simili, ma non li sto a citare tutti. Può darsi quindi che Alexander abbia preso ispirazione da Tolkien, ma la storia che ha scritto è piuttosto diversa.

Partiamo dal target della storia. È sicuramente un libro per i più giovani, perché la storia è abbastanza semplice e scorre fluida senza veri e propri intoppi, inoltre lo stile di scrittura è molto semplice e poco descrittivo.

Personaggi

Alla fine del libro la storia non mi ha coinvolto eccessivamente, ma è stato un romanzo divertente e con dei personaggi molto interessanti.

Il protagonista è appunto un ragazzino che vuole diventare un eroe e che parte per un’avventura con zero pratica in fatto di arti marziali. Taran è un personaggio che può portare il lettore all’esasperazione, questo perché combina un sacco di guai proprio perché non sa come fare l’eroe. Ha sicuramente una crescita durante tutto il libro, ma la maggior parte agisce d’impulso e pur risolvendo la situazione, finisce per creare disastri. Non è un tipo di personaggio che odio, anzi, mi piace proprio l’eroe che acquisisce le sue capacità partendo dal nulla, però in alcuni momenti avrei voluto strozzare Taran e dirgli “Prima di agire che ne dici di pensare un po’?!”.

Mi è interessato anche come Taran parta dall’idea di voler essere un eroe, ma una volta in mezzo all’avventura sente una profonda nostalgia per la sua terra e per quando faceva il semplice aiutante porcaro. Da ultimo non si capisce molto bene se Taran voglia continuare ad essere un eroe o meno. Sembra riluttante all’idea, ma dice anche che una volta tornato a casa, tutto ciò per cui provava nostalgia se lo ricordava molto più bello.

Il resto dei personaggi sono ovviamente secondari e poco approfonditi a livello psicologico, però hanno caratteristiche molto specifiche e sono ben caratterizzati, soprattutto Eilonwy.
Credo che lei sia stata il mio personaggio preferito. È l’unica ragazza nella compagnia di avventurieri, ma ha un carattere forte e si dimostra piuttosto potente e intelligente durante la storia. È inoltre indipendente e è quasi la voce (logorroica) della coscienza di Taran, che spesso lo aiuta o lo ammonisce. Non è certamente la damigella in pericolo in questa storia, anzi, odia esser trattata come una delicata fanciulla e si butta per prima nell’azione.

Credo che in fondo al libro ci sia un tentativo di romanticismo tra Taran e Eilonwy, ma è appena accennato. Durante la storia tra i due più che romanticismo si forma un legame di amicizia e di rispetto. Probabilmente nei libri successivi cresceranno e forse cresceranno anche i loro sentimenti, ma la mia è solo un’ipotesi, non ho letto la trama degli altri volumi, per evitare gli spoiler nel caso volessi prima o poi leggerli.

Dell’antagonista posso dire poco, perché non è più di un nome affibbiato ad un personaggio bidimensionale. Non ha caratterizzazioni e non parla nemmeno per tutto il libro. Incute sicuramente paura sia per l’aspetto che per le sue gesta, ma finisce lì. L’antagonista principale è il mago Arawn, ma per ora, in questo volume viene appena accennato, quindi probabilmente verrà presentato nei volumi successivi.

Considerazioni generali

Cosa dire infine? “Il libro dei tre” è un libro divertente con tipici elementi magici e mitologici, perfetto per un pubblico molto giovane che magari vuole iniziare a leggere libri ispirati al Mabinogion, ma non ha la voglia di partire da un tomo come “Il signore degli anelli”. È un libro per passare qualche ora in uno stato di positività, senza troppa suspence e con personaggi ai quali molto probabilmente si affezionerà e nei quali si immedesimerà sicuramente.

Consiglio inoltre di provare a leggerlo anche perché è quasi autoconclusivo, o meglio, a fine libro viene risolta l’avventura principale, ma viene lasciato aperto uno spiraglio che ci fa intendere che la minaccia di Arawn non è ancora risolta e che i nostri eroi non potranno ancora riposare, ma dovranno partire per una nuova avventura.

Voto finale: 3/5 ★★★✰✰

Innovatività: 3/5 ★★★✰✰

Livello di violenza: 2/5 ★★✰✰✰

Facilità di lettura: 4/5 ★★★★✰

Scorrevolezza: 4/5 ★★★★✰

Consigliato da: 12 anni in su

Una mia illustrazione ispirata a “Il libro dei tre” di Lloyd Alexander

Ultimi articoli