Recensione Boy meets Maria di Peyo

Boy meets Maria

Pub: Printemps Shuppan

Pub ita: Starcomics

Storia di: Peyo

Disegni di: Peyo

Genere: Psicologico, Scolastico, Slice of life

Anno: 2018 (2021 ita)

Volumi: 1

Stato: Finito

Trama

Taiga adora i supereroi sin da bambino. Al liceo incontra la persona che gli cambierà la vita: è la “madonna” del club di teatro, soprannominata “Maria”. Alla vista di quella ragazza, che sul palco si distingue da tutti gli altri, s’innamora di lei a prima vista e il giorno stesso le rivela i propri sentimenti, chiedendole di diventare la sua eroina. La sua passione, però, dovrà scontrarsi con l’inaspettata realtà: quella fanciulla, celebre per la sua bellezza, è infatti un ragazzo…

Trama da Starcomics

Cosa ne penso

Questa è una recensione complicata da scrivere. Boy meets Maria è un manga leggermente controverso per i suoi trigger ma anche per come affronta l’argomento genere. Da persona genderfluid voglio dire la mia.
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Yu è il personaggio dal genere “indefinito”, che ha una relazione conflittuale con la sua parte femminile (come me!). Qualche bookstagrammer ha commentato dicendo che con i suoi alti e bassi in fatto di accettazione del proprio genere, era come se l’autor* del manga stesse mettendo in dubbio la fluidità di genere e la legasse indossolubilmente al tema trauma.
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Prima cosa, questa non accettazione è precedente al trauma, ma si è sicuramente amplificata dopo questo. Yu in realtà odia la sua parte femminile perché è stato cresciuto come una ragazza. Adesso ha un rapporto conflittuale con l’idea di esser visto come tale perché non si sente esattamente una ragazza, ma al tempo stesso si presenta con vestiti femminili quando deve piacere agli altri (questa è una convinzione che gli è stata inculcata dalla madre).
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Boy meets Maria non è un racconto che mette in dubbio la fluidità di genere, è un racconto che punta il dito contro chi cresce i figli in maniera sbagliata, forzandogli addosso un genere che non sentono loro, esattamente come è accaduto a Yu.
Nonostante questo, il tema identità di genere è trattato in modo nebuloso a mio parere, tanto che se uno non ha già un’infarinatura di suo, potrà arrivare a pensare alla fine che Yu sia soltanto confuso sul suo genere.

La cosa che mi ha turbato è stato sì Yu ma per un motivo differente. Ad un certo punto si forza su Taiga, il ragazzo che vuole conquistarlo, per fargli provare la paura e il dolore che ha provato lui da piccolo. Questo non porta a nulla di non consensuale fortunatamente ma il gesto c’è stato e mi ha sconvolto immensamente. Se da una parte comprendevo la cicatrice che quell’evento orribile ha lasciato su Yu, dall’altra, se fossi stato in Taiga avrei tagliato i ponti con lui. Non riesco a scusare una reazione simile.

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Proprio perché ha subito una brutalità del genere Yu dovrebbe fare di tutto perché non succeda lo stesso alle persone cui vuol bene. Se proprio Peyo voleva scrivere un passaggio del tipo “Non puoi capirmi perché non hai passato quello che ho passato io”, secondo me non doveva arrivare a trasporlo in questo tipo, facendo cadere in basso Yu e rendendolo purtroppo simile al suo aggressore.

Per il resto è una storia carina, scorrevole. Lo stile di disegno non è tra i miei preferiti. Personaggio preferito in assoluto è Taiga, che nonostante la sua perdita e il suo eroe infranto, va avanti nella sua vita e cerca di iniziarne una nuova, correndo dietro ai suoi sogni.
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Se da una parte mi è piaciuto questo volume autoconclusivo, dall’altra mi sono trovato a pensare che alcune parti potevano essere scritte in modo migliore e che certe scene potevano proprio essere tagliate o sostituite.

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Voto finale: 3/5 ★★★✰✰

Gradimento personale: 2,5/5 ★★½✰✰

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