Recensione Guida galattica per gli autostoppisti di Douglas Adams

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Copertina originale di “Guida galattica per autostoppisti” di Douglas Adams

Dati e Trama

Scritto nel 1979 da Douglas Adams, “Guida galattica per gli autostoppisti” è il primo libro di una saga di cinque volumi. Questa saga nacque come trasmissione radiofonica nel 1978, dove in varie puntate si svolgeva la storia poi scritta successivamente nei cinque volumi.

Da questa saga è stato tratto anche un film nel 2005.

La locandina del film

In Italia questo libro arrivò nel 1980 edito Mondadori ed inserito nella collana Urania.

La copertina nella collezione Urania

Il libro si apre con Arthur Dent, un comune cittadino inglese a cui stanno per demolire la casa per far spazio ad una nuova tangenziale. Dopo poco però si scopre che anche la Terra intera sta per subire la stessa situazione della casa di Arthur, perché un corpo galattico la deve demolire per far passare di lì una superstrada.

La Terra verrà quindi distrutta e con essa i suoi abitanti, tranne Arthur Dent che verrà messo in salvo dal suo amico Ford Prefect, il quale in realtà è un alieno di Betelgeuse che era rimasto intrappolato sulla Terra. Facendo l’autostop riescono a farsi ammettere all’interno di una nave spaziale e grazie alla guida che Ford sta scrivendo, riusciranno ad andare avanti nelle loro nuove e pazzesche avventure.

Cosa ne penso

“Guida galattica per gli autostoppisti” è uno di quei libri che si odia o si ama. Già la fantascienza in sé è un genere molto particolare e che non piace a tanti, ma se poi lo si incorpora con la commedia e il nonsense… allora si finisce per restringere molto il target. Questo è quello che è successo a questo libro ed è il motivo per il quale si hanno pareri molto diversi dai vari lettori che l’hanno letto.

Io personalmente l’ho trovato geniale ma anche molto pesante. L’idea di mescolare la comicità inglese ad avventure spaziali è a mio parere geniale e i momenti in cui il romanzo diventa puramente nonsense sono davvero divertenti e inaspettati.

Ma questi sono anche i motivi negativi, perché in alcuni punti questi elementi diventano talmente preponderanti nel racconto che rischiano di diventare fastidiosi al lettore e sommergono la trama, che già di per sé non è poi così tanto ampia e intricata.

Per quanto abbia riso più di una volta, in alcuni momenti speravo che il romanzo mi desse un po’ più sostanza e che oltre ad una comicità elevata mi desse anche più sviluppi nella storia. Ma forse il senso del libro non era di avere una trama super complessa, ma di intrattenere e far divertire: sennò per quale motivo sarebbe nato come trasmissione radiofonica? Il problema è che forse l’aspetto di intrattenimento ha soverchiato un po’ troppo la storia e alla fine è risultato pesante.

Il libro ha però anche una forte connotazione di critica alla società, sia dal punto di vista politico che ambientalista. La scena con i delfini che fuggono dalla Terra con la frase “Addio, e grazie per tutto il pesce!” è sì nonsense, ma ci fa anche riflettere sull’intelligenza degli esseri umani rispetto ad altre specie animali. I delfini infatti cercano di mettere in guardia gli umani dalla distruzione della Terra, ma non vengono ascoltati e siccome sono ritenuti semplici animali, vengono impiegati per il divertimento della specie umana.

La parte fantascientifica di questo romanzo non è così tanto dettagliata, ma è senz’altro interessante e contribuisce non solo come parte comica ma anche come elemento scenografico. Le navicelle e i vari sistemi tecnologici di bordo sono interessanti e così anche le personalità date ai computer e a Marvin, un robot alquanto depresso e irascibile. 

L’elemento forse più interessante, come doveva esserlo, è sicuramente la Guida galattica per autostoppisti, che alla fine è un mix tra un libro e un macchinario che somiglia molto ai nostri moderni eReader, oppure ai nostri cellulari, perché solo grazie al comando vocale questa guida può cercare in un archivio molto ampio di dati e dare l’informazione che l’utente sta cercando, leggendo la definizione ad alta voce.

La guida come viene descritta nel libro
Lo stile di scrittura

Lo stile di questo libro è abbastanza semplice e facilmente comprensibile. Le parti più fantascientifiche non sono incomprensibili per la maggior parte, tranne quei punti in cui le definizioni non devono avere un senso. La comicità è espressa sia in lunghe descrizioni (anche da parte della guida), sia in dialoghi botta e risposta tra i personaggi. Le descrizioni non sono prolisse, ma sono sintetiche ed essenziali.

Personaggi

Un po’ tutti i personaggi sono particolari e memorabili, anche se psicologicamente sono abbastanza piatti e spesso non reagiscono in modo consono alla situazione che stanno vivendo.

Arthur e Ford sono i personaggi che mi sono piaciuti di più, perché sono assurdi e hanno sempre la battuta pronta. Arthur pur essendo un umano si adatta abbastanza velocemente alla vita da autostoppista ed ha dei momenti di comicità puramente inglese, come quando chiede se può avere del tè sulla navicella. Ford è un alieno dalla chioma fulva e ha sempre commenti e frecciatine perfette per essere usate come definizioni sulla sua guida.

Considerazioni finali

Per quanto mi sia risultato pesante in alcuni punti, “Guida galattica per autostoppisti” è stato anche un bel libro da leggere per ridere e sognare di stare nello spazio, incontrando strane creature e domande universali la cui risposta è 42. Ho riso molte volte durante questa lettura, ma ho anche riflettuto sulle varie critiche e frecciatine che Douglas Adams tira alla società a lui contemporanea. Apprezzo moltissimo il nonsense che in un certo senso ha un senso…? Non è un nonsense sregolato e ha un suo perché nella storia.

Quindi il mio giudizio è… 42.

Voto finale: 3.5/5 ★★★½✰

Innovatività: 4/5 ★★★★✰

Livello di violenza:2/5 ★★✰✰✰

Facilità di lettura: 4/5 ★★★★✰

Scorrevolezza: 3/5 ★★★✰✰

Consigliato da: 16 anni in su

Una mia illustrazione ispirata a Guida Galattica per gli Autostoppisti di Douglas Adams

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