Recensione Ma gli androidi sognano pecore elettriche? di Philip K. Dick

romanzo di Philip K. Dick

dati e trama

Copertina originale del romanzo Ma gli androidi sognano pecore elettriche di Philip K Dick

Ma gli androidi sognano pecore elettriche?”
Quando ho letto il titolo di questo libro in un supermercato, la mia faccia era piuttosto confusa. Ero del tipo “In che senso, scusa?” e per rispondere ai miei dubbi non ho potuto fare altro che prenderlo e leggere la trama.
Un libro fantascientifico del 1968 scritto da Philip K. Dick e ambientato nel 1992… con androidi…
Io, reduce dalla visione di un gameplay di 9 ore di Detroit Become Human, mi sono detto “Credo di doverlo comprare.”
Ho comprato il libro qualche mese dopo, ma l’ho letto in pratica dopo un anno e mezzo.
Perché? Per due motivi:
– Ho scoperto che era il libro dal quale avevano tratto il film cult Blade Runner, che non mi era piaciuto e che anzi, mi aveva letteralmente fatto addormentare.
– Ho letto recensioni più che negative da altri lettori italiani.

Ma alla fine, ho deciso di leggerlo. È un romanzo abbastanza corto, la mia edizione Fanucci è di 254 pagine.
Non è però facilissimo da leggere.

La storia è appunto ambientata nel 1992, a San Francisco per lo più. La Terra è diventata semi inabitabile, con polvere radioattiva che copre ogni cosa e che avanza, inghiottendo con sé anche le ultime specie animali. Gli esseri umani emigrano su Marte, che hanno scoperto essere abbastanza abitabile. Ogni emigrato che arriva su Marte ha diritto ad un androide personale, che svolgerà le mansioni di un servo.
Il nostro protagonista, Rick Deckard, non è un emigrato come si potrebbe pensare da questo preambolo, ma un cacciatore di taglie che vive sulla Terra. Cosa caccia? Androidi.
Gli androidi scappati da Marte illegalmente, più in specifico.
A un certo punto gli viene assegnato un incarico pesante: ritirare sei androidi.
Ma durante il suo lavoro comincia a chiedersi se sia veramente giusto ciò che fa. Comincia a provare empatia verso gli androidi.

Allora, se avete visto Blade Runner di Ridley Scott, non fermatevi a quello dicendo “Ma ormai ho visto il film!”, non perché il libro sia completamente diverso, ma perché ha un lato molto più filosofico del film e ha scene che nel film non ci sono o che sono state cambiate radicalmente.
Il libro è ovviamente distopico, e se lo volete leggere perché amate gli androidi… non fa per voi.
Durante tutto il romanzo ci sono temi come la solitudine, la depressione e su cosa si possa definire vivo.
Non è un romanzo ironico e non finisce così bene. Tutto ciò che il protagonista pensava di avere, in realtà svanisce tra palta e ambizioni sociali.

Devo dire che pur essendo denso di malinconia, questo romanzo mi è piaciuto. L’ho finito in 3 giorni proprio perché volevo assolutamente sapere come andava a finire.

Personaggi

Il protagonista come al solito, non mi è piaciuto così tanto: un uomo visibilmente depresso con ambizioni sociali troppo alte per lui.
L’unico personaggio che mi è piaciuto è stato Isidore, un uomo ritenuto “cervello di gallina” perché non ha un intelletto esattamente brillante, ma che comunque sia ha um gran cuore e sente di doversi rendere utile per essere veramente qualcuno.

La cosa che mi è piaciuta più di tutte è come Philip K. Dick descrive il silenzio e l’assenza di vita. È poetica e palpabile.

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