Recensione Mari Stregati di Tim Powers

Copertina originale italiana di “Mari stregati” di Tim Powers

trama

Nel 1987, Tim Powers pubblica il romanzo “On stranger tides”, che sarà tradotto e pubblicato in Italia nel 1994 da Fanucci Editore, sotto il titolo di “Mari Stregati“.
La storia di questo libro auto conclusivo è ambientata nel 1718 e ha come protagonista John Chandagnac, un ex marionettista che sta viaggiando via mare per arrivare in Giamaica, da suo zio per rivendicare l’eredità che sarebbe dovuta toccare a suo padre, ormai deceduto. Ma a bordo di questa nave fa la conoscenza di due stregoni voodoo e di Beth, una ragazza che farà breccia nel suo cuore. Purtroppo la sua vita si intreccia ben presto anche con i pirati… e con il temibile Barbanera.

Dati

Premetto subito che leggendo questo libro senza aver fatto ricerche prima, ho pensato durante la lettura “Toh, somiglia un po’ al quarto film di Pirati dei Caraibi!”. E avevo visto giusto. Quando ero a metà libro ho fatto un po’ di ricerca su internet e ho trovato anche un’intervista a Tim Powers su Mari Stregati. A quanto pare il suo libro è stato preso come ispirazione per la saga Disney Pirati dei Caraibi, a partire dai nomi di due personaggi, “Jack” e “Beth”, la collocazione, cioè i Caraibi e l’aspetto “magico/voodoo”. Il quarto capitolo di Pirati dei Caraibi riprende il Barbanera creato da Powers e la ricerca della Fontana della Giovinezza.
Dopo aver scoperto che il libro era stato appunto pubblicato mooolto prima dei film Disney e del videogame Monkey Island, mi sono messo il cuore in pace, perché ho avuto la rassicurazione che fosse tutta farina del sacco di Powers e non una mezza scopiazzatura.

Ho inoltre capito cosa voleva fare l’autore con questa storia: dare un senso alla fine di Barbanera. Il pirata in questione è un personaggio realmente esistito (così come Juan Ponce de Leon che troviamo nel romanzo) e è sempre stato riportato come un “jolly”, un uomo imprevedibile e di una crudeltà assoluta, ma anche un vero e proprio genio… la sua fine però era strana agli occhi di Powers. Barbanera viene arrestato dopo aver attraccato la nave in un’isola in cui sostavano anche gli ufficiali del re in un periodo di bassa marea, viene quindi ucciso a bordo di una delle navi inglesi. Una fine assurda per un genio simile.
Powers ha sviluppato molta della trama proprio su questo, cercando di dare un senso alle azioni compiute da Barbanera prima di morire.

Cosa ne penso

Dopo questa curiosità, passo a fare la recensione vera e propria di Mari Stregati. Innanzitutto, il titolo c’entra poco o nulla, non aspettatevi magie marine o cose come il Triangolo delle Bermude. Tutta la magia presente è legata al voodoo ed è ben spiegata.

La trama non è difficile da seguire, ma non è lineare, inoltre sono frequenti vari punti in cui sono presenti flashback (indotti anche dalle lotte magiche) per presentare meglio i personaggi a livello psicologico.
Se appunto pensiamo che i più famosi libri e film di pirati prima di questo romanzo risalivano al 1950, e che non era stato ancora progettato Pirati dei Caraibi a livello cinematografico (esisteva già la giostra a Disneyworld), questo romanzo ha davvero una trama eccezionale, che ha portato nuovamente in luce una letteratura piratesca che era caduta nel dimenticatoio.

Alla fine la trama è “l’eroe che deve salvare la damigella in pericolo”, con aggiunta di pirati, voodoo e zombie. La parte che però doveva essere romantica, secondo me è stata un po’ un flop. Non si riesce infatti a capire da dove sia nata e perché.

La scrittura è il punto forte di questo romanzo. È descrittiva ma non troppo e non presenta un eccesso di termini tecnici marinareschi (come avevo invece trovato in alcuni libri di Salgari), quindi si legge molto bene e si riesce anche a farsi un’immagine di cosa stia accadendo. Inoltre presenta spesso una punta di ironia/cinismo, che alleggerisce le parti più cruente presenti nel romanzo.

Personaggi

Devo dire che i personaggi pur essendo caratterizzati bene, hanno quello che chiamo il cliché “greco antico” (Kalokagathia), cioè se il personaggio è bello è anche buono e bravo in ogni cosa (ex. Jack), se il personaggio è brutto è sicuramente cattivo e spietato (ex. Leo Friend).

Ci sono anche personaggi che non rispecchiano questi canoni, come Davies (che somiglia in modo abbastanza sconcertante a Barbossa), che pur essendo un personaggio ” brutto e cattivo”, è in un certo senso buono e non si può odiarlo.
Le figure femminili… sono un po’ terribili. Sono personaggi insipidi o nel caso di Beth, sono la classica “damigella in pericolo”, desiderata da tutti e che alla fine verrà salvata dall’eroe perché lei non ha un minimo di autosufficienza.

Considerazioni generali

Insomma, a parte i personaggi femminili e il cliché “greco antico”, a me questo libro è piaciuto parecchio. Se amate le storie di pirati e di magia, o se siete fan di Pirati dei Caraibi, questo è il libro adatto a voi!

Voto finale: 4/5 ★★★★✰

Innovatività: 4/5 ★★★★✰

Violenza: 4/5 ★★★★✰

Facilità di lettura: 3/5 ★★★✰✰

Scorrevolezza: 4/5 ★★★★✰

Consigliato da: 18 anni in su

Una mia illustrazione ispirata a “Mari stregati” di Tim Powers

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