Recensione James Biancospino e le sette Pietre magiche di Simone Chialchia

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Copertina originale di “James Biancospino e le sette Pietre magiche” di Simone Chialchia

Dati e trama

Scritto da Simone Chialchia nel 2018, James Biancospino e le sette Pietre magiche è il primo volume della saga delle “Pietre Magiche” edita da Aporema edizioni.

James Biancospino è un diciottenne introverso, che ama la musica ed i videogiochi… ha solo degli strani sogni epico medievali che lo assillano ogni notte insieme ad un dolore perforante alla spalla. Anche se afflitto da questo mistero, James va avanti con la sua vita vivendo con una madre quasi sempre assente per lavoro, il suo cane e la sua vicina che è ormai diventata una nonna acquisita. 

Un giorno mentre sta portando a spasso il suo cane, James trova una pietra dalla forma piramidale e si ritrova di punto in bianco nel 1502. Nel XVI secolo, James conoscerà la magia che ha da sempre permeato la storia, magia che arriva da pietre magiche incise con rune. Queste pietre sono usate sia da forze del bene che del male, i primi fanno parte della Confraternita della Luce e i secondi sono chiamati Oscuri. James si aggregherà alla Confraternita della Luce e dopo un duro addestramento, combatterà contro le forze del male, cercando di trovare le pietre magiche perdute prima che cadano nelle mani sbagliate.

Cosa ne penso

Questo romanzo è stato una sorpresa, perché pur avendo letto la trama, non mi aspettavo una storia così complessa e attuale.

Mi rimane sempre complicato trovare fantasy storici non banali e che rispettino veramente la storia. In James Biancospino e le sette Pietre magiche, la trama si fonde alla perfezione con il secolo e l’anno trattato, riportando eventi storici grandi e piccoli in modo preciso e ben integrati con la parte magica del racconto. Voglio inoltre puntualizzare che in questo romanzo la storia non è solo uno “sfondo” come accade in tanti romanzi fantasy-storici, ma è parte integrante del racconto, vissuta spesso in prima persona dai personaggi. Non è certo una cosa così facile da fare!

Molto bello il fatto che vengono indicati i luoghi in cui si svolgono le varie scene, tutti luoghi reali (in Italia e all’estero), che danno ancora più veridicità al racconto.

La storia di lotta tra bene e male non è così innovativa, è stata già ampiamente utilizzata nell’ambito fantasy, ma qui il lato oscuro è inteso come una sorta di “oscurità primordiale” derivata dalle debolezze umane, quindi a me personalmente piace. Interessante anche come la Confraternita della Luce, pur essendo la parte del bene, non sia presentata come totalmente positiva, sia in fatto di azioni che nella sua gestione interna.

La magia legata alle pietre non è anche questa nuova, ma è interessante come sia stata accostata alle rune e a come ogni pietra abbia una suo potere, che se mal usato può portare verso l’oscurità.

Stile di scrittura

Lo stile di scrittura di Simone Chialchia mi piace abbastanza, dico abbastanza perché i dialoghi li ho trovati innovativi, molto vicini al parlato ma non fastidiosi; anche l’idea di inserire dialoghi in inglese o in dialetto in un fantasy è a mio avviso un’idea fantastica, anche perché non sono usati troppo frequentemente, quindi non spezzano troppo il ritmo narrativo. Forse però per una persona che non conosce quei dati dialetti o la lingua inglese, possono risultare faticosi da leggere, quindi l’unico modo per “risolvere” la questione sarebbe tradurre ogni dialogo con queste caratteristiche, oppure apporre una nota a piè di pagina, però così si interromperebbe la lettura e sarebbe dannoso alla storia, quindi non sarebbe una buona scelta. A me comunque sono piaciuti questi dialoghi, inoltre mi piace come cambia il tono per ogni personaggio, presentando subito gran parte della caratterizzazione solo dal dialogo.

Le descrizioni sono un po’ scarse e il romanzo ne risente un po’ a mio avviso. Con l’aggiunta di qualche descrizione in più, potrebbe essere ancora più interessante. Le scene d’azione invece sono perfette: molto comprensibili e non troppo lunghe, che mantengono accesa l’adrenalina che in quel momento prova il lettore.

La fine di questo romanzo, che non spoilererò, è forse un po’ affrettata ma è sicuramente d’impatto, un cliffhanger perfetto come punto di partenza per un secondo volume.

Personaggi

I personaggi mi sono piaciuti abbastanza e li ho trovati molto ben caratterizzati, ma a parte il protagonista, non sono molto indagati a livello psicologico, che però in un libro con così tanti personaggi ed una storia molto d’azione, non è un elemento troppo fondamentale, è più importante creare personaggi memorabili e ben distinguibili, cosa che l’autore ha saputo fare perfettamente.

Voglio parlare nello specifico di James, perché finalmente in un romanzo fantasy-storico viene mostrato un prescelto che parte in erba e lentamente e faticosamente riesce a diventare un guerriero. Non è facile trovare prescelti non super potenziati in un romanzo di questo tipo, ed ho davvero apprezzato quanta parte del racconto venga dedicata a descrivere come James diventa un eroe. Un eroe che però non è troppo invasivo nel racconto e non è una sorta di salvatore universale, infatti il protagonista collabora spesso con altri personaggi e a volte viene salvato anche da quelli secondari. Ciò crea un personaggio potente ma anche in cui un lettore può immedesimarsi senza sforzo.

Interessante anche come James si apra al mondo durante la sua permanenza nel XVI secolo, partendo come un ragazzo introverso e finendo come un ragazzo che sa come relazionarsi con gli altri.

I personaggi femminili di questo racconto sono a mio parere un po’ un tasto dolente, infatti la maggior parte sono un po’ delle “damigelle in pericolo”, che hanno sempre bisogno di un uomo a salvarle, ed hanno inoltre tutte doti come gentilezza e senso materno.

Non voglio certo dire che tutte le donne in questo libro dovessero essere diverse da questi canoni, ma avrei preferito che almeno i personaggi femminili che facevano parte della Confraternita avessero una personalità più distinta e magari anche combattiva.

Scarlet è un personaggio interessante anche perché è una ricercatrice e anche per la sua abilità di entrare nella mente delle persone, ma è comunque debole all’interno della storia e deve più e più volte chiedere l’aiuto di James. Un personaggio del genere secondo me aveva delle possibilità più ampie e interessanti, ma non è stato sfruttato completamente.

Il personaggio di Gael era un po’ prevedibile forse, ma non so se è perché mi ha influenzato molto ciò che ne pensava James. James infatti ha un’opinione ben precisa di ogni persona che incontra e influenza davvero tanto il lettore, cosa che dà più tridimensionalità a questo personaggio, ma può anche anticipare un po’ troppo alcune svolte nel racconto.

Conclusioni generali

Direi che questo è un bellissimo libro per ragazzi, indirizzato particolarmente a tutti quelli che sono un po’ introversi come James, personaggio in cui si potrebbero ritrovare e dal quale potrebbero capire come fare ad aprirsi pian piano all’idea di far nuove conoscenze.

Un viaggio avventuroso e fantastico in cui non mancano azione e colpi di scena… un libro che consiglio davvero tanto!

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Voto finale: 3.5/5 ★★★½✰

Innovatività: 3/5 ★★★✰✰

Livello di violenza: 3/5 ★★★✰✰

Facilità di lettura: 4/5 ★★★★✰

Scorrevolezza: 4/5 ★★★★✰

Consigliato da: 16 anni in su

Una mia illustrazione ispirata a “James Biancospino e le sette Pietre magiche” di Simone Chialchia

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